Con la Sent. nr. 29566/18 la Suprema Corte torna a parlare di legittimità dell’arresto in flagranza di reato con specifico riferimento ad una ipotesi di spaccio di sostanze stupefacenti di cui all’art. 73, co. 5 del DPR 309/1990.
La Corte di Cassazione infatti, ritenendo inammissibile l’appello proposto dal PM, ha confermato l’ordinanza emessa dal Tribunale di Ravenna che, esclusa la gravità del fatto e la pericolosità degli arrestati, non convalidava l’arresto eseguito dagli organi di polizia giudiziaria nei confronti di due soggetti.
Sebbene colti in flagranza di reato, la cessione di grammi 1,3 di sostanza stupefacente del tipo marijuana posta in essere dagli arrestati non può considerarsi un fatto di gravità tale da giustificarne l’arresto facoltativo ex art. 381 c.p.p..
La Corte inoltre si sofferma sulla mancanza di qualsiasi tipo di pericolosità dei soggetti, l’uno incensurato, l’altro gravato da un solo precedente non specifico.
In tal senso, la Cassazione avalla il consolidato orientamento giurisprudenziale secondo cui “il controllo del giudice circa il provvedimento adottato dalla polizia giudiziaria, non può essere limitato al riscontro dell’osservanza dei requisiti formali dell’arresto, ma deve essere estesa al controllo dei presupposti sostanziali per l’arresto, soprattutto sulla gravità del fatto o sulla pericolosità del soggetto”.
dott.ssa Laura Ingriccini
Studio Legale Maisano
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